Brano: [...] quali la vita è peggiore della morte. Perché allora dovremmo sforzarci di tenerli in vita? » (Da VUnìtà del 13.11.1980).
E. Ni.
Neofascismo
L'analisi del fenomeno neofascista (la sua immediata insorgenza nel dopoguerra e l’ininterrotto svolgersi dal 1945 a oggi) non può prescindere dalla constatazione che alla fine della Seconda guerra mondiale il maggior apparato di potere rimasto pressoché integro in Italia (a parte la Chiesa) era lo Stato fascista, costituito dalla burocrazia della pubblica amministrazione, dagli alti Comandi delle Forze Armate, da magistratura, polizia e carabinieri, sistema fiscale e tributario, sistema scolastico e universitario, industria facente capo aln.’R.I. (v.), sistema creditizio pubblico, istituti previdenziali, ecc.. Tutte queste strutture e forze, rimaste in funzione nei 20 mesi di occupazione tedesca, durante i quali avevano in gran parte colla' borato con gli occupanti, ancorché scosse e screditate vennero assunte nel nuovo Stato « nato dalla Resistenza » con le loro articolazioni centrali e periferiche,[...]
[...]ntenuto concreto ». La conseguenza di tale procedura era che « la Corte Costituzionale, nata per garantire il rispetto della Costituzione da parte di tutte le leggi dello Stato, non avrebbe mai potuto prendere in esame la legislazione fascista ». (Cfr. Leonetto Amadei, Dalla prima sentenza una vittoria per gli ideali dell’antifascismo, in « Il Corriere della Sera» del 23.4.1981).
Solo nel corso degli anni successivi al 1956 e via via che allo Stato fascista veniva sostituendosi l’odierno Stato industriale, questa situazione potè essere parzialmente modificata, ma per certi aspetti anche peggiorata: per esempio, a partire dal 1974, le « Leggi speciali antiterrorismo » hanno notevolmente ristretto l’area di libertà dei cittadini italiani e la loro personalità giuridica nei confronti del potere statale rispetto alla stessa legislazione fascista.
Osservazioni dello stesso tipo si potrebbero fare sul piano più direttamente economico: nonostante l’imponente sviluppo del movimento operaio e delle sue organizzazioni sindacali, gli interventi pubblici[...]
[...]te economico: nonostante l’imponente sviluppo del movimento operaio e delle sue organizzazioni sindacali, gli interventi pubblici a beneficio della grande industria privata che il fascismo aveva iniziato con l’I.R.I. sono continuati nel secondo dopoguerra e si sono sviluppati in molteplici altre forme, beneficando il grande capitale in misura da questi mai raggiunta negli anni del fascismo. In tale campo, più che di semplice « continuità » dello Stato fascista, sarebbe il caso di parlare di un vigoroso sviluppo della politica economica varata durante il regime mussoliniano per favorire, a spese della mano pubblica (cioè dei contribuenti italiani), la grande proprietà industriale privata.
Dallo Stato fascista allo Stato industriale
La commedia dell’epurazione (v.) non introdusse nessun cambiamento di rilievo nell’apparato statale. Ancora nel 1960, su 64 prefetti di prima classe in servizio, 62 erano stati funzionari del ministero degli Interni fascista e, anche se non portavano più la camicia nera, erano quadri selezionati e addestrati secondo i metodi fascisti. Analoga situazione si aveva per gli altri 64 prefetti della Repubblica. Su 241 viceprefetti, tutti indistintamente facevano parte dellamministrazione dello Stato negli anni del fascismo. Su 135 questori, 120 avevano fatto parte della po[...]
[...]zia fascista, mentre
gli altri 15 erano entrati nei ranghi della polizia prima del fascismo e vi erano rimasti per tutto il periodo della dittatura. Su 139 vicequestori, tutti indistintamente erano entrati in servizio durante il fascismo e, tra questi, soltanto 5 risultavano aver in qualche modo contribuito alla Guerra di liberazione collaborando con la Resistenza. Molti di questi funzionari erano stati non solo dei « fedeli servitori » dello Stato fascista ma si erano distinti in ruoli di particolare odiosità, per esempio come direttori delle carceri fasciste e dei campi di deportazione nelle isole. Emblematico il caso del dottor MarceJlo Guida, già direttore della colonia di confino di Ventotene e diventato, negli anni Settanta, addirittura questore di Milano.
La sopravvivenza deH'apparato del
lo Stato fascista era dovuta al fatto che, alla fine della guerra, esso ispirava fiducia alle forze di occupazione alleate. Anche se politicamente screditato, la sua ventennale esperienza nel gestire la società italiana con piglio autoritario lo rendeva strumento idoneo nelle mani dei nuovi padroni statunitensi e il fatto che fosse inviso a gran parte dell’opinione pubblica antifascista costituiva per il governo degli Stati Uniti una garanzia di subordinazione. Fu responsabilità comune ai gruppi dirigenti dei partiti di sinistra accettare questa situazione e non impegnarsi a fondo per modificarla (come si sare[...]
[...]e forma di organizzazione capitalistica della produzione a livello nazionale, ossia come organizzazione di tipo « militare » dello sfruttamento di tutte le risorse umane e materiali del paese. Quella incompleta definizione lasciava spazio all illusione (nella ipotesi migliore) che bastasse trasformare il regime da dittatoriale a costituzionale, per dare avvio a un processo di graduali riforme strutturali. In realtà, accettare la permanenza dello Stato fascista costituiva palese contraddizione della repubblica che si qualificava antifascista e significava rinunciare
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